riss(e)-zentrum, Varese, presenta la mostra di Giovanni Bai I fatti della vita, a cura di Carolina Gozzini e Nicoletta Meroni, attorno a una suggestione di Ermanno Cristini: «Giovanni Bai è Museo Teo e Museo Teo è Giovanni Bai, questo credo che in forma molto concentrata sia quello che mi immagino di questa mostra. Un fare artistico che non ha negli oggetti il suo sbocco ma piuttosto in “azioni” entro cui gli oggetti stessi eventualmente prendono senso».

Le linee guida della presente stagione di riss(e) prevedono mostre concepite in dialogo tra due artisti, in questo caso, invece, un artista si confronta con sé stesso, o con il suo alterego, ma anche con lo spazio che lo ospita e con (quasi) tutti coloro con cui è entrato in relazione negli ultimi quarant’anni; la mostra non è una antologica di Giovanni Bai e neppure una celebrazione di Museo Teo (fondato nel 1990 con Teo Telloli) ma il racconto di un percorso nell’arte degli ultimi cinquant’anni, che tiene conto del lavoro dell’artista, dello sviluppo di Museo Teo, degli incontri, delle collaborazioni e degli scambi.

Lo spazio, usualmente utilizzato al sottrarre, è oggi invece riempito fino al sovraffollamento, in una serie di percorsi che si intrecciano, o meglio «una rete di linee che si intersecano» per usare le parole di Italo Calvino, con un certo riguardo per alcuni temi che sottendono lo svolgersi delle cose, dal cibo alle metropoli sino al narcisismo dell’autore, che si confronta anche con la evoluzione della propria tecnica pittorica. L’allestimento della mostra - curato dall’architetto Carolina Gozzini con l’artista - stravolge completamente l’essenza dello spazio di riss(e) trasformando l’openspace in un percorso di stanze, le cui pareti composte soprattutto da opere degli anni 90, che illustrano il percorso delle modalità di distorsione e manipolazione delle immagini e creazione di nuove realtà: l’opera che apre la mostra – un gigantesco autoritratto dell’autore, attuale punto di arrivo della sua ricerca – impedisce però la visuale del complesso della mostra.

Bai si occupa dei problemi della comunicazione, del funzionamento dei media e delle tecnologie della produzione delle immagini e di nuovi mondi grazie a un uso minimale delle tecnologie, la valorizzazione della casualità, il ricercare qualcosa laddove sembra non esserci nulla, come nelle interferenze, nelle distorsioni e nei processi di sintonizzazione. L’agire di Bai (e di Museo Teo) è anche riflessione sull’arte e sui problemi della società, che si fonde con quella pratica collettiva da sempre definita come opera d’arte in continua trasformazione, e produzione di socialità e di senso: i fatti della vita e dell’arte sono osservati e riprodotti in modo nuovo, si svelano le menzogne dell’informazione, e si creano mondi possibili, con qualche pretesa di interferire nella vita reale, sicuramente di creare situazioni piacevoli di scambio umano.

Accanto ai lavori di Bai quelli di artisti amici o con cui ha interagito: Vincenzo Accame, Marina Abramovic, Ben Vautier, Luca M. Patella, Rodolfo Vitone, Pierre Restany, Teo Telloli, Klaus Guldbrandsen, Véronique Champollion, Jean Claude Lemalin, Carolina Gozzini, Camilla Cerea, Pietro Vischi, Cesare Biratoni, Vera Portatadino, E il Topo. Con la partecipazione straordinaria di Mario Gorni, Giancarlo Norese, Luca Scarabelli, Mario Tedeschi. E, ovviamente, la presenza di Ermanno Cristini e dei suoi zoccoli rossi.

In occasione della mostra saranno presentati il libro di Giovanni Bai I fatti della vita, Museoteo+ editore e una edizione speciale della fanzine riss(e) n°9 / Museo Teo artfanzine # 42.

 

 

https://ifattidellavita.jimdo.com

http://giovannibai.blogspot.com

http://museoteo.blogspot.com

 

Giovanni Bai

Nel 1990 fonda con Teo Telloli l’associazione culturale Museo Teo, “museo senza sede e senza opere”, che dal 1991pubblica la rivista Museo Teo Artfanzine. Ha esposto nelle principali città italiane e a Parigi, Londra, Berlino, San Francisco, Tokyo e Shanghai e in istituzioni come Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Cité de Sciences et de I’Industrie e Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Ha insegnato Storia del pensiero sociologico (Università Statale, Milano), Sociologia (ISA Monza), Socioeconomia e Scienza della Comunicazione (ITSOS Steiner, Milano), Diritto dell’informazione (Università Milano Bicocca). È autore di: Manuale per il giovane artista (Torino, 1996), Immagini della società (Napoli, 2005) e Leggere la società (Napoli, 2012)