Ho pensato questa mostra preso per mano da un’omonimia, e dalla potenziale vertigine in essa contenuta evocata dal ricordo di un racconto di Eugene Ionesco, la Storia n°1,Per bambini che non hanno tre anni, in cui ogni cosa e ogni persona si chiamavano allo stesso modo: Giacomina. L’esito è una narrazione elicoidale all’insegna dello spiazzamento continuo.

Anche qui, all’accostamento di Serena e Serena, tutto poi è seguito naturalmente generando una circolarità elicoidale capace di attribuire all’appuntamento il valore di un incontro: per la prima volta.  

Entro il territorio dell’indeterminazione, nell’impossibilità di prevedere l’esito, la mostra ha preso forma intorno al corpo in quanto luogo dell’identità e dunque della differenza.

Sopra a tutto sembra aleggiare la domanda che Franco Rella lucidamente formula in un suo saggio:“Dove posso dunque incontrarlo, dove posso toccarlo, che sia lui, davvero, il mio corpo? In una carezza, in un’immagine o in un pensiero?”*

 

“Ciao Serena, ciao Ermanno,

vi scrivo per raccontarvi il lavoro che porterò alla mostra.

La mia vita in questo periodo è completamente un’altra. Tra allattamento, pappe da preparare e da far mangiare, giretti fuori per fare addormentare Dafne e quant’altro (...) la mia giornata è pienamente assorbita dal lavoro di mamma..

L’opera per risse è quindi creata durante la notte, dormendo.

Ciò che fa il mio corpo mentre dormo è il tema dei disegni realizzati utilizzando la biro direttamente sul lenzuolo. 

Ogni notte lego la biro ad una diversa parte del mio corpo e lascio che questo tracci liberamente il segno del suo movimento incontrollato e incondizionato dalla mente attiva.

Serena”

 

“Cara Serena (e caro Ermanno),

leggo con grande piacere questa tua volontà di un corpo che disegna mentre dorme. 

Ti rispondo così rapidamente perché questo approccio mi ha sorpresa, non essendoci parlate, stavo preparando l’idea del mio lavoro: tre, quattro palloncini gonfiati ad elio che, singolarmente, sospendono una matita che genera, grazie all’intervento impercettibile dello spostamento d’aria, flebili segni su fogli A4 appoggiati direttamente a pavimento (o su piccole pedane rialzate da terra max 30*40*10 cm). 

Il mio lavoro si concentra sul corpo e, in questo caso, nel suo opposto: la sua mancanza... Ma, dopo qualche giorno (perdendo l’elio) si faranno comunque corpi distesi. 

Dell’effimero, del disegno e del corpo. 

Si parlerà di corpi. Dunque. Bene.

Serena”

 

Franco Rella, Ai confini del corpo, Milano, 2012

 

 

Serena Fineschi (1973), vive e lavora a Siena e a Bruxelles. Si è formata all’Istituto Statale d’Arte “Duccio di Buoninsegna” di Siena, proseguendo gli studi in progettazione grafica a Siena, Firenze, Milano e in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena. Il suo lavoro è stato presentato in numerose sedi pubbliche e private in Italia e all’estero tra cui il Bozar, Centre for Fine Arts di Bruxelles, l’Old Masters Museum, Musées Royaux de Beaux-Arts de Belgique a Bruxelles, l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, la collezione Frédéric de Goldschmidt e Officina a Bruxelles, Belgio; il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Raffaele de Grada a San Gimignano, il Complesso Museale SMS Santa Maria della Scala di Siena, il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse a Siena, le Corderie dell’Arsenale a Venezia, la Biennale Manifesta12 a Palermo, Casa Masaccio Arte Contemporanea a San Giovanni Valdarno, la Fondazione Palazzo Magnani a Reggio Emilia,  l’Ospedaletto Contemporaneo, Complesso dell’Ospedaletto a Venezia, in Italia.

 

Serena Vestrucci (Milano, 1986), vive e lavora in Italia. Ha esposto il proprio lavoro in mostre personali presso numerose istituzioni tra cui: Galleria d’Arte Moderna, Verona (2017); Museo Archeologico Antonio Salinas, Palermo (2017); Marsèlleria Permanent Exhibition, Milano (2016); Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova (2015). Tra le mostre collettive si segnalano quelle tenute presso: Istituto Italiano di Cultura, New York, USA, e Londra, UK (2018); Museo Santa Maria della Scala, Siena, Italia (2018); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, Italia (2017); Palazzo Reale, Milano, Italia (2015); FRISE Künstlerhaus, Amburgo, Germania (2014); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Italia (2014); Galleria d’Arte Moderna, Milano, Italia (2012); Stedelijk Museum, ‘S–Hertogenbosch, Paesi Bassi (2011). Nel 2017 ha vinto la diciottesima edizione del Premio Cairo ed è stata selezionata dal Comune di Milano per la realizzazione di un’opera pubblica permanente del nuovo distretto CityLife.