Underneath the bridge
The tarp has sprung a leak
And the animals I've trapped
Have all become my pets
And I'm living off of grass
And the drippings from the ceiling
It's okay to eat fish
'Cause they don't have any feelings
Kurt D. Cobain, Something in the Way, 1991
The Coven
The night the videogame arcade burned down, all of us neighborhood kids found ourselves changed. A hidden, emotionally terrifying level had been collectively unlocked. Not only had I lost my primary reason for existing, I had also lost my companions. Days after the fire I crept into the blackened arcade. None of the machines had made it, yet it was pretty cool to see them in a plasticky dissolved mess.
I started looking for new friendships in chat rooms. It was fun to be in there for a while but finding the right group was tricky. I have always been too cool for nerds and too weird for the really cool kids, so my options were pretty limited.
One day after school I noticed three kids. One of the girls was wearing a Siamese Dream t-shirt. They must have been there forever and they looked kinda lost. The four of us started hanging out in the woods, just behind Sappy Estate where everything tasted funny and the fields felt like labyrinths. We ate corn and drank blood, and it was magick for a while.
Yet, it wasn’t long before feelings for my lost arcade friends resurfaced. They had never really disappeared but in the woods you learn to keep some feelings to yourself.
An assimilated school of ethics, aggregating systems of information and form. Fenêtre Project is artist and curatorial duo Francesca Mangion & Dustin Cauchi.
The Coven
La notte in cui la sala giochi fu ridotta in ceneri, noi, i ragazzi del quartiere, ci svegliammo cambiati. Era, in qualche modo, accaduto qualcosa terrificante, come se un nuovo livello, a noi sconosciuto, si era sbloccato. Non solo avevo perso così la mia prima ragione di vita ma avevo perso i miei compagni.
Passarono i giorni e io rientrai di nascosto nella sala giochi annerita. Nessun videogioco era sopravvissuto ma comunque era figo osservare quel casino plasticoso in dissoluzione.
Ho iniziato a cercare nuovi amici nelle chat. Era divertente stare online, ma trovare gli amici giusti non era affatto facile. Sono sempre stato un po' troppo figo per i nerd e un po' troppo sfigato per i ragazzi veramente fighi, per cui le mie possibilità erano veramente limitate.
Un giorno però, fuori da scuola, ho notato tre ragazzi. Una di loro indossava una maglietta su cui era stampata la copertina di Siamese Dream. Sembrava fossero lì da tantissimo tempo e apparivano persi. Abbiamo iniziato ad uscire insieme, ci incontravamo nei boschi proprio dietro Sappy Estate dove ogni cosa aveva un sapore strano e i campi sembravano dei labirinti. Mangiavamo le pannocchie e bevevamo sangue. Tutto per un momento soltanto sembrava incantato.
Ma non passò molto tempo prima che il ricordo dei miei amici della sala giochi ritornò. In realtà non era mai svanito ma, si sa, nei boschi impari a tenere certe emozioni tutte per te.